La sacralità della domenica è dipinta negli occhi delle persone e riflette comportamenti che la rendono unica. La sveglia tardi, la messa, il pic-nic fuori città, lo sport in tv, l’abbuffata famigliare e via dicendo. C’è chi la affronta in modo diverso o in qualche modo cerca di riunire in un’esperienza completa tutte queste singole attività. Noi ci abbiamo provato e i risultati sono stati strabilianti. Non più una sveglia con il sole già alto nel cielo, ma appena abbozzato all'orizzonte, ancora fioco e freddo. Una colazione frugale e veloce consumata al bancone del bar e poi via in macchina per raggiungere la pianura sterminata delle terre verdiane. Terre? Eh si, proprio terre… Roncole, Busseto, Villanova d’Arta, tutti piccoli paesi in riva al Po nebbioso che ha dato i natali al Maestro Verdi. Parleremo quindi di musica? Certo! Sarà un articolo sull'opera italiana, la trilogia popolare e la necessità di imporre l’utilizzo dell’accordatura aurea in equilibrio coi ritmi naturali. Assolutamente no! Cercheremo di proporre un percorso, meraviglioso e insolito, che solo il nostro paese è in grado di proporre. Musica e gastronomia si intrecciano in uno spartito fatto di pagine musicali e menù scritti su carta ingiallita da una mano non più ferma. Tra abiti di scena, vetrine sontuose che trasudano tradizione, cimeli storici e bicchieri colmi di bollicine spiritose abbiamo percorso la strada che da Parma arriva a Busseto, passando per Roncole Verdi. Perché è qui che è nato il Maestro, in una piccola casa contadina che fungeva da abitazione, osteria e allevamento per i bachi da seta. Qui, dove oggi si può ammirare il busto di Verdi, è cambiato ben poco… hanno costruito qualcosa li attorno, anche una piccola frasca dedicata a Guareschi, altro volto noto di questi territori. Avete capito bene... La storia del compositore italiano più nobile e famoso al mondo comincia proprio sopra un'osteria fra il chiasso dei clienti, bottiglie di Lambrusco stappate e fette di salame tagliate a coltello. Da qui può partire il nostro racconto fra musica e gastronomica. Ogni pietra di quel piccolo paese che è Busseto, ricorda il Cigno (Giuseppe Verdi) che a suo tempo le ha calpestate a sua volta. Se Roncole Verdi è la casa natale del maestro, Casa Barezzi, a pochi chilometri, è il luogo sacro dove il giovane compositore ha mosso i primi passi nel mondo della musica. Fra queste mura, si respirano ancora le note de I due Foscari che il Maestro compose sul quel fortepiano che ancora sorge nella sala padronale e naturalmente quelle di un Va pensiero suonato con le lacrime agli occhi in occasione della morte del padrone di casa, nonché suocero e benefattore del giovane Beppin (come veniva chiamato dal padre). Ma Verdi è soprattutto opera… e che opera! Ventisette per la precisione, più o meno belle senza dubbio, ma tutte scolpite nella storia e ripercorribili nelle stanze della Villa Pallavicino, sede del Museo dell’Opera Giuseppe Verdi. Fra costumi storici, riproduzioni di scenografie e arie immortali che risuonano ininterrottamente in tutta la villa, non possiamo fare a meno dimenticare come il Maestro sia stato non solo una pietra miliare del palcoscenico operistico, ma anche uno dei più importanti cultori della gastronomia di questo territorio. Un Verdi compositore, che è anche un Verdi contadino. Una persona che vive a stretto contatto con la terra e con coloro che la lavorano. Non solo note nella sua testa, ma anche i prodotti di casa: salami, salsicce, spalle cotte e crude e culatelli. Questo è il territorio giusto! Pianure sterminate e boschi per allevare i suini migliori, dalle carni più tenere e saporite che nel freddo inverno padano verranno utilizzate per produrre i salumi della tradizione. Poi, il clima umido, la nebbia e i venti si prenderanno cura di loro in un magico abbraccio che li porterà a corretta stagionatura. Sembra un caso, ma non lo è! In pochi chilometri di territorio, sono nati alcuni dei più importanti salumi emiliani e spesso italiani: il Prosciutto di Parma sulle colline, il salame Felino e lo strolghino (salame fresco di piccole dimensioni), la Spalla cruda di Palasone e la Spalla cotta di San Secondo Parmense per non parlare del re dei salumi: il Culatello di Zibello. Parlare accuratamente di tutti questi prodotti meravigliosi sarebbe impossibile in un unico post, ma vedrete che ci sarà tempo, anche lontano da Busseto. Eppure, io lo consiglio vivamente come destinazione per una domenica diversa... Tutto a Busseto sa di Verdi e sa di gastronomia: le strade tappezzate, le piazze, i locali che riproducono le note del Maestro e anche il cibo sulla tavola. Sarà l’aria contadina che si respira o quella sorta di devozione che ogni bussetano sente dentro di sé per il suo personaggio illustre e per i propri prodotti con i quali sono cresciuti, ma questa stupenda città è in rapire pensieri e parole di ogni visitatore... Potete ascoltare tutte le opere di questo genio italiano, leggere tutti i saggi e spulciarne l’infinita corrispondenza scritta in 87 anni di vita e anche gustare i migliori salumi della tradizione comodamente seduti a casa o in un locale in centro, ma non sarà mai come vivere un’esperienza bussetana accompagnati dall’anima del Maestro che aleggia ancora fra le strade di questo paese eterno.
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Marco FurmentiCuoco e Dottore in Scienze Gastronomiche Archives
Aprile 2018
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