Sapere e sapori: quando le parole valgono più di un libro. Aceto di ciliegia di Leo Bozzetto 16/3/2016 Quante cose puoi imparare attraverso un libro? Quante cose possiamo scoprire fra le pagine incartapecorite di un volume d'altri tempi? Possiamo conoscere il sapere universale, carpire i segreti della vita e dell'esistenza del tutto, ma niente potrà mai sostituire la parola dell'uomo e il suo lavoro Cio' che scaturisce dalle vibrazioni della vocalità umana e dal sudore della sua fronte non potrà mai essere stampato su un foglio e nessun inchiostro lo potrà rendere eterno. Stavo scorrendo un lungo elenco di nomi, uno di seguito all'altro in un ordine sparso, confuso. Ad ogni nome era abbinato il prodotto risultato delle sue fatiche. Leo Bozzetto, acetaia Ca' dal Lauv, Prignano sulla Secchia: un prodotto interessante di cui ignoravo l'esistenza, ma interessante. Sfoglio velocemente la mia biblioteca, ma non trovo nessun riscontro su questo prodotto: deve essere qualcosa di unico! Un numero di telefono sbiadito accompagna quel nome, alzo la cornetta e chiamo. Una voce calda, famigliare, che accoglie con gioia l'inaspettata telefonata e crea immediatamente la magia. Poca tecnica, poca teoria, molto senso pratico. Poche parole, ma ben impostate, messe nel giusto ordine per descrivere minuziosamente il suo lavoro dietro questo meraviglioso prodotto. Nei dintorni di Prignano sulla Secchia, Leo produce il suo aceto di ciliegia in quella che fino a poco tempo fa era la sua locanda. Quante possibilità ci sono che alzando una cornetta ti capiti di parlare con una persona della tua terra a cinquecento chilometri di distanza? Doi furlans a tor pal mont (due friulano in giro per il mondo).
Pochi minuti di telefonata e sembrava di conoscerlo da sempre tanto che poggiato l'apparecchio avevamo già combinato un invito a cena. Neanche il tempo di prepararmi e ero là, davanti ad un fogolar acceso, con un bicchiere di buon vino e un piatto di genuina friulanità in compagnia dei coniugi e di una collega curiosa di intraprendere un'esperienza "extra"ordinaria. Nato per caso come i prodotti di una volta, forse da una disattenzione, ma da quel momento si è accesa una stella nell'universo gastronomico di questo paese. L'aceto di ciliegia di Leo non ha eguali e possiede le stesse armi del suo lontano parente di Modena ottenuto dalle uve di Trebbiano. Che sia crudo o leggermente scaldato, riesce ad esprimere le emozioni del frutto dal quale viene ottenuto. Chissà per quale ragione non ne abbiamo mai sentito parlare. Quale forza sovrannaturale non ci permette di trovarlo facilmente sul mercato... Penso di avere una risposta, ma non ho voglia di esporla. L'unica cosa che mi viene in mente è il tempo che utilizziamo per correre dietro ad antiche informazioni racchiuse dietro ai libri. Un tempo che spesso sovrasta quello che usiamo per affrontare la realtà delle cose. Il sapere e i sapori sono fonti equilibrate del nostro essere uomini, ma troppo a lungo rimaniamo chinati su pagine ingiallite invece di assaporare parole umane e i gusti della nostra terra.
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Marco FurmentiCuoco e Dottore in Scienze Gastronomiche Archives
Aprile 2018
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