Atei e agnostici di tutta Italia parlo a voi! Avete mai sognato di gozzovigliare all'interno di una chiesa? Bene, questa sera ho qualcosa per voi. Una bellssima esperienza nella suggestiva atmosfera dell'osteria "L'aldiquà". Si tratta della Chiesa di S. Nicolò di origine cinquecentesca che dopo vari restauri, abbellimenti, passaggi di mano e cambiamenti della funzione (da chiesa, a magazzino) ora rappresenta un'accogliente locale nel centro di Forlimpopoli. Attraversando le lucide porte scorrevoli quello che ci si presenta agl'occhi è un caldo ambiente in legno che richiama la tipica taverna, ma salendo al piano di sopra, la taverna lascia spazio a qualcosa di più moderno, più fine, più ricercato. Tavoli apparecchiati con tovagliette di carta porpora decorate con schizzi a penna (avrei proprio voluto portarne uno a casa!), bicchieri sagomati, brocche rivestite di reti metalliche... Un mix davvero interessante: un'osteria, un atelier, un bistrot...
Prendo posto e apro il menù: c'è veramente di tutto. Se il locale è un mix di stili, il menù è una miscela di opportunità. Troviamo piatti della tradizione, presidi Slow Food e naturalmente qualche piatto Artusiano qua e là. Proviamo a creare una cena soddisfacente. Menù Entreè: cucchiaio di ricotta al basilico - A dire il vero questa non è stata una mia scelta, ma un'offerta che propone lo chef. Personalmente la trovo un'idea interessante! La ricotta è molto fresca e permette di pulire la bocca prima della cena... una cosa semplice, ma d'effetto che permette di cominciare il pasto già con un sorriso. Forse visto lo stile del locale avrei cambiato la presentazione con un cucchiaino da finger-food, ma chi sono io per rivedere le scelte dello chef!? Antipasto: tortino di zucchine artusiano - Anche se il locale non prevede un tema artusiano, non potevo perdere la possibilità di assaggiare una prima rivisitazione di un piatto di Pellegrino. Sfortunatamente non l'ho mai preparato e postato sul blog, ma appena ne avrò l'opportunità lo farò, promesso! Tornando al piatto, fose mi ritengo troppo suscettibile, ma ho sentito boccone dopo boccone l'impronta dell'Artusi: dei gusti già trovati qua e là fra le pagine, qualosa di già conosciuto. una bella sensazione si racchiude in questo piatto: veramente ottimo! Primo piatto: Nidi di rondine ripieni di rosolacce e ricotta di latte intero con una lacrima di ragù - Non ho mai incontrato nelle cucine in cui ho lavorato le "rosolacce", ma devo dire che mi hanno stupito. L'insieme è molto equilibrato: sembra un piatto a metà tra le lasagne ricotta e spinaci e le lasagne verdi al ragù. Molto interessante come abbinamento e anche come viene servito, in questa coccottina nera appena uscita dal forno. Gradirei vedere questo piatto più spesso nei ristoranti che frequento: per me è un modo ingegnoso per sostituire le solite lasagne emiliane. In tutta questa discussione, non abbiamo menzionato la presentazione dei piatti: il nome "osteria" potrebbe richiedere molto meno rispetto a quello che ho visto. Non di rado a questa classificazione del locale viene accompagnata una cura del piatto molto povera, ma qui si vede l'altra faccia della medaglia. Finalmente ci troviamo davanti qualcuno che comprende l'importanza dell'occhio nella degustazione del piatto. Un bel traguardo! Un entreè, un antipasto, un primo, acqua, pane, coperto: 20 euro. Non è pochissimo, ma tra la location, il personale caloroso, l'atmosfera e il cibo li vale tutti... complimenti.
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Marco FurmentiCuoco e Dottore in Scienze Gastronomiche Archives
Aprile 2018
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