La tortellata di San Giovanni è una tradizione della zona del parmense con origine non ancora del tutto chiara. Quella sicuramente condivisa dalla maggior parte delle persone riguarda l'attesa della "Rusèda ed San Svàn" (Rugiada di San Giovanni). La tradizione vuole che la sera prima di San Giovanni, si resti alzati almeno fino a dopo la mezzanotte per "prendere la rugiada" che sembra avere proprietà uniche nel suo genere tra le quali quella di curare i mali del corpo dell'animo. La rugiada, inoltre, si pensa sia indispensabile per la realizzazione del Nocino (tipico liquore del parmense) e per la raccolta e essiccazione delle erbe.
Probabilmente questa usanza non ha origine cristiana: si pensa infatti che si tratti un rito di derivazione pagana basato sul festeggiamento del solstizio d'estate che cade nello stesso periodo. Altra tradizione vuole invece che la notte di San Giovanni avvenga l'incontro tra il sole e la luna che rappresentano il fuoco e l'acqua. Da qui' l'uso dei contadini di accendere i noti falò di San Giovanni e di prendere la rugiada dai poteri curativi e miracolosi. Come avrete notato si tratta di una tradizione che si perde fra cristianità e paganesimo con ritualità che spesso vengono attuate anche ai nostri giorni. Oggi, non esiste San Giovanni che si rispetti senza la famosa Tortellata. La sera del 23 Giugno, infatti, le famiglie si riuniscono intorno al tavolo per gustare i famosi tortelli rigorosamente farciti di ricotta e erbette. Di seguito, una semplice ricetta per realizzare circa 3oo tortelli:
Procedimento
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Marco FurmentiCuoco e Dottore in Scienze Gastronomiche Archives
Aprile 2018
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