![]() Domenica 28 Settembre, inserito nel ciclo di eventi della Festa della Zucca di Casalmaggiore (CR), si è svolta una interessante e coinvolgente manifestazione creata da Davide Andrea Pagani corsista del Master COMET dell'Università di Parma. Domenica mattina, 35 cicloamatori si sono dati appuntamento in stazione a Parma per raggiungere l'ambita meta di Casalmaggiore per poter partecipare alla Festa della Zucca. Il gruppo ha percorso strade a basso traffico attraversando il comune di Colorno e, dopo una sosta obbligatoria ai giardini della meravigliosa Reggia, ha raggiunto l'argine destro del Po e quindi la frazione di Sacca. Grazie all'aiuto della Polizia Comunale, sono poi riusciti ad attraversare il ponte dello stesso fiume e raggiungere Casalmaggiore. Ma non sono stati i soli ad impugnare la bicicletta in quel giorno. Un altro gruppo proveniente da Casalmaggiore ha pedalato lungo il territorio casalasco e infine si sono congiunti con il gruppo di Parma. Nel corso di questo incontro tra cicloamatori, è stata consegnata la Ricetta dell'incontro all'Assessore Pamela Carena. Questa ricetta è stata ideata dal Food Blogger Marco Furmenti, direttore del blog Il piccolo Artusi e racchiude una sintesi dei prodotti simbolo dei due territori: la Zucca di Casalmaggiore e il Prosciutto Crudo di Parma. In seguito, i due gruppi hanno raggiunto il centro città dove hanno potuto deliziare i loro palati scegliendo tra i piatti del ricco menù a base di zucca proposto dalla Festa della Zucca. Ricetta principe della festa sono stati sicuramente i BLISGON, i tortelli tipici di Casalmaggiore, fatti a mano dalle volontarie della festa: il ripieno prevede la polpa di zucca, amaretti e mostarda dolce avvolti dalla tipica sfoglia della Pianura Padana. Questi sono un tipico esempio della sintesi tra la cultura Cremonese e Mantovana che nel tempo hanno influenzato questo paese. A fine pranzo, è venuto il momento per visitare i palazzi storici di Casalmaggiore, sotto la guida di Valeria Gatta (corsista COMET), che ospitavano anche le sculture di artisti internazionali presenti nella mostra "Casalmaggiore Contemporanea" organizzata dall'artista Brunivo Buttarelli. Qui di seguito vi propongo La ricetta dell'Incontro presentata per l'evento.
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Il 5 Settembre si è aperto l'immancabile appuntamento con il Festival del Prosciutto di Parma che quest'anno è giunto alla sua XVII edizione. Come ogni anno l'iniziativa promossa dal Consorzio del Prosciutto di Parma permette ai partecipanti di deliziare il proprio palato con il migliore prosciutto che questa terra possa offrire all'interno di una location unica e suggestiva come quella del territorio della Provincia di Parma. Tredici sono i comuni coinvolti nella fitta programmazione di questo evento che si protrarrà fino al 21 dello stesso mese
Quest'anno il ricco programma prevede anche numerosi interventi gestiti dal Master in Comunicazione Organizzazione Marketing dell'Enogastronomia Territoriale COMET dell'Università degli Studi di Parma e dalla facoltà di Scienze Gastronomiche dello stesso Ateneo. Uno di questi interventi ha visto protagonista questo blog e il suo proprietario in un incontro incentrato sulla figura del Food Blogger. Molti sono stati i punti toccati durante l'intervento: la figura del Food Blogger come evoluzione dei mezzi di comunicazione, l'importantissima AIFB(Associazione Italiana Food Blogger) che si occupa anche di difendere e diffondere il ruolo di questo nuovo interprete del panorama enogastronomico, l'Italia nel Piatto, pagina a cui il blog è associata e che si occupa di cucina regionale e soprattutto la figura di Pellegrino Artusi e i suoi rapporti con il Prosciutto di Parma. Tutto ciò grazie anche alla viva partecipazione della coordinatrice del Master COMET Costanza Ferrarini che ha brillantemente gestito lo show, della Professoressa Elena Fava che ha tenuto un intervento sul FoodSelfie realizzato dagli studenti dello stesso Master che ha riscontrato un successo non trascurabile, Gianmarco Caraffi, editore di Assaggiami Parma Food Mag e Florinda Gatti studentessa del Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell'Università di Parma. Non poteva naturalmente mancare una parte interattiva durante la quale è stata presentata una ricetta, di origine artusiana, modificata all'occorrenza per essere presentata al pubblico della manifestazione. Qui riporto la ricetta originale. 108. CROSTINI DI CAPPERI Capperi sotto aceto, grammi 50. Zucchero in polvere, grammi 50. Uva passolina, grammi 30. Pinoli, grammi 20. Prosciutto grasso e magro, grammi 20. Candito, grammi 20. I capperi tritateli all'ingrosso, l'uva passolina nettatela dai gambi e lavatela bene, i pinoli tagliateli per traverso in tre parti, il prosciutto foggiatelo a piccolissimi dadi e il candito riducetelo a pezzettini. Mettete al fuoco, in una piccola cazzaruola, un cucchiaino colmo di farina e due del detto zucchero e quando questa miscela avrà preso il color marrone, versate nella medesima mezzo bicchier d'acqua mista a pochissimo aceto. Quando avrà bollito tanto che i grumi siensi sciolti, gettate nella cazzaruola tutti gli ingredienti in una volta e fateli bollire per dieci minuti, assaggiandoli nel frattempo, per sentire se il sapore dolce e forte sta bene; non v'ho precisato la quantità di aceto necessaria, perché tutte le qualità di aceto non hanno la stessa forza. Quando il composto è ancora caldo distendetelo sopra fettine di pane fritte in olio buono o semplicemente arrostite appena. Potete servire questi crostini diacci anche a metà del pranzo, per eccitare l'appetito dei vostri commensali. Il miglior pane per questi crostini è quello in forma all'uso inglese. L'idea iniziale, era quella di presentare un piatto artusiano per suscitare la curiosità dei partecipanti, magari che contesse proprio il Prosciutto di Parma. Fra le sue pagine, l'Artusi da buon intenditore non dimentica di citare la Mortadella di Bologna. il Parmigiano Reggiano e altre eccellenze del territorio. Purtroppo del Prosciutto crudo di Parma neanche l'ombra: addirittura, non cita nemmeno il prosciutto crudo nella sua opera! A questo punto, mi sorse un dubbio e cioè che probabilmente questo prodotto venisse chiamato in un modo diverso dal nostro. Ebbene, in molte ricette, come in quella appena proposta, si parla di questo "prosciutto grasso e magro": non è prosciutto cotto, mi sono detto perchè quando viene citato, l'Artusi utilizza appunto il termine PROSCIUTTO COTTO. Oltretutto appare come ingredienti nei famosi tortellini alla bolognese e naturalmente tradizione vuole che anche oggi dentro questo piccolo scrigno di pasta, oltre alla carne di maiale, si celi anche della Mortadella, del Parmigiano e del Prosciutto Crudo. A questo punto le prove c'erano tutte per definire che il "prosciutto grasso e magro", dovesse per forza essere una qualche sorta di PROSCIUTTO CRUDO. Sorge ora un secondo problema: oltre al "pomone con prosciutto" e "prosciutto e fichi" citati in due menù a fine del libro, non esistono altre ricette che prevedano il prosciutto servito nella forma che conosciamo noi. Come mai? La questione è molto semplice. Fino a quell'epoca, il Prosciutto Crudo, non si presentava come quello che degustiamo oggigiorno: era molto più salato, veniva tagliato a mano, dissalato e... COTTO, come si evince dalla ricetta sovrastante. Quindi, per rendere il Prosciutto di Parma il principe di questa ricetta, è stato necessario un piccolo intervento di modernizzazione. Ecco la ricetta modificata e presentata al Festival. CROSTINO AL PROSCIUTTO CRUDO DI PARMA E CAPPERI - Prosciutto crudo di Parma 24 mesi. - Capperi sott'aceto. - Canditi di frutta. - Uvetta sultanina, - Granella di nocciola, - Miele millefiori. Per prima cosa, tritare finemente i capperi, l'uva sultanina e i canditi. Unirli in una bacinella. Aggiungere della granella di nocciola. Mescolare il tutto. Su un crostino di pane, adagiare una fetta di Prosciutto Crudo e un cucchiaio di condimento. A questo punto cospargere il crostino con qualche filatura di miele millefiori. Attenzione a non esagerare con il miele onde evitare di nascondere troppo il gusto del Prosciutto. Una ricetta assai particolare, molto semplice come preparazione, ma che contiene una complessità di sapori non indifferente e che vi consiglio di provare. Il pubblico dal canto suo si espressa con un giudizio particolarmente positivo anche se all'inizio è parso non particolarmente entusiasta della scelta degli ingredienti, ma d'altro canto io stesso inizialmente non ero convinto della ricetta.L'importante è stato trovare la giusta combinazione di sapori in modo tale da ricreare quell'agrodolce che prevede la ricetta originale in modo da equilibrare completamente la preparazione. Non mi resta che invitarvi al Prosciutto Lab che si svolgerà a al Museo del Prosciutto di Langhirano, Domenica 21 Settembre alle ore 17:40. Alla prossima! |
Marco FurmentiCuoco e Dottore in Scienze Gastronomiche Archives
Febbraio 2017
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