![]() Cominciamo a sentire quel profumo di brina mattutina, di brezza montanta che si riversa anche in pianura. Questo è il momento migliore per godersi piatti più ricchi, speziati, che vanno consumati occasionalmente anche per preservare quei ricordi che vi aleggiano dietro. Pollo! Sì, si parla ancora di pollo, ma sono certo che nessuno di voi lettori ne abbia mai sentito parlare (nemmeno se è per questo). Vi consiglio solo di provarlo! Il vino e la noce moscata ne fanno da padroni in un legame sconosciuto al nostro palato contemporaneo! La sera della battaglia di Marengo, nel sottosopra di quella giornata non trovandosi i carri della cucina, il cuoco al primo Console e ai Generali improvvisò, con galline rubate, un piatto che manipolato all'incirca come quello che qui vi descrivo, fu chiamato Pollo alla Marengo; e si dice che esso fu poi sempre nelle grazie di Napoleone, se non pel merito suo, ma perché gli rammentava quella gloriosa vittoria. Prendete un pollo giovane ed escludendone il collo e le zampe, tagliatelo a pezzi grossi nelle giunture. Mettetelo alla sauté con grammi 30 di burro, una cucchiaiata d'olio e conditelo con sale, pepe e una presa di noce moscata. Rosolati che siano i pezzi da una parte e dall'altra scolate via l'unto e gettate nella sauté una cucchiaiata rasa di farina e un decilitro di vino bianco. Aggiungete brodo per tirare il pollo a cottura, coperto, e a fuoco lento. Prima di levarlo dal fuoco fioritelo con un pizzico di prezzemolo tritato e quando è nel vassoio strizzategli sopra mezzo limone. Riesce una vivanda appetitosa. Consigli pratici
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Marco FurmentiClasse 1992, cuoco, gastronomo e food and wine manager Archives
Gennaio 2015
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