Non aspettavo altro che i primi caldi di stagione per poter portare in tavola qualcosa di più fresco e leggero e invece, il tempo ci ha giocato un tiro mancino.
Avevo già in mente una ricetta carina da proporvi, ma ho dovuto ripiegare su qualcosa di più invernale che primaverile. Essendo ancora in Quaresima, ho fatto una piccola ricerca nella Scienza in Cucina scoprendo che esiste un menù intero dedicato a questa ricorrenza nel quale non viene utilizzata la carne. Quello che vi propongo oggi è un classico della cucina italiana, ovvero gli gnocchi alla romana. In realtà, questa variante prevede la farina classica per pane o per dolci al posto del semolino, ma vi dirò che non mi dispiace anche se abbonderei con quest'ultima altrimenti l'impasto risulta poco consistente. La cosa interessante è che la ricetta, di per sè, è molto semplice, ma può essere abbinata con svariati condimenti dal semplice burro e Parmigiano, al ragù, ai formaggi freschi e erborinati e chi più ne ha più ne metta. Se volete un consiglio, provateli fintanto che le giornate lo permettono! Questi gnocchi, che io ho modificato e dosati nella seguente maniera, spero vi piaceranno come sono piaciuti a quelli cui li ho imbanditi. Se ciò avviene fate un brindisi alla mia salute se sarò vivo, o mandatemi un requiescat se sarò andato a rincalzare i cavoli. Farina, grammi 150. Burro, grammi 50. Cacio gruiera, grammi 40. Parmigiano, grammi 20. Latte, mezzo litro. Uova, n. 2. Si dice che a tavola non si dovrebbe essere in meno del numero delle Grazie, né in più del numero delle Muse. Se vi aggirate intorno al numero delle Muse, raddoppiate la dose. Intridete la farina colle uova e col latte versato a poco per volta entro una cazzaruola, aggiungete il cacio gruiera a pezzettini e mettete l'intriso al fuoco mescolando continuamente. Quando sarà assodato per la cottura della farina, salatelo e aggiungete la metà del detto burro. Lasciate che il composto diacci e poi, nella stessa guisa degli gnocchi di farina gialla, mettetelo a tocchetti in un vassoio che regga al fuoco e conditeli via via col resto del burro a pezzetti e col parmigiano suddetto grattato; ma non alla superficie, perché il parmigiano col fuoco sopra prende l'amaro. Rosolateli sotto a un coperchio di ferro o nel forno da campagna e serviteli caldi. Consigli pratici
0 Commenti
Lascia una risposta. |
Marco FurmentiClasse 1992, cuoco, gastronomo e food and wine manager Archives
Marzo 2015
Categories |