Oggi vi andrò a presentare qualcosa che purtroppo non è famosa al di fuori della mia regione d'origine, il Friuli Venezia Giulia. Oltre i confini di queste terre, poche persone hanno avuto la possibilità di assaggiare i fantastici Cjalçons. Ma cosa sono dunque questi cjalçons? I cjalçons sono la rappresentazione di quella piccola tradizione di primi piatti del Friuli Venezia Giulia, o per meglio dire della Carnia, la zona montana della regione. Alla vista appaiono simili a comuni ravioli, ma la storia e le ricette che si celano dietro questo piatto sono molto più complesse di ciò che si può pensare. Partiamo intanto da questo nome: cjalçons. Se questa denominazione vi richiama alla mente il "calzone" significa che non siamo troppo lontani. Si pensa che la parola friulana derivi da un termine francese, appunto caleçon (calzoni), o dal più antico latino càlceus che indicava la scarpa in pelle in uso nell'antica Roma. C'è addirittura qualcuno che sostiene che derivi dalla parola turca calisson che indica uno strumento simile al liuto nella cui forma si preparavano dei dolcetti per la Pasqua, da cui appunto "Pasqua dei cjalçons"; il problema è che le prime invasioni turche in Friuli risalgono alla fine del 1400 e i documenti che testimoniano l'uso di questa terminologia sono datati 1377. Se sulla derivazione del nome alegga ancora qualche dubbio, sulla preparazione la situazione si complica molto di più. Mi permetto di affermare che come tante altre ricette molto legate alle tradizioni montane, anche questa soffre di "campanilismo". Ogni città ha la sua ricetta per fabbricare la pasta, ognuna ha la sua per il ripieno e ognuna usa la ricetta a suo piacimento perchè, cosa che non ho ancora accennato, i cjalçons possono essere consuamati sia come dolce che come primo piatto asciutto. Caratteristica assai bizzarra a dire il vero, ma che allo stesso tempo permette alle sapienti mani delle massaie friulane di creare innumerevoli variazioni sul tema. Così nascono tutte le possibili combinazioni che voi stessi potreste trovare sul territorio friulano. Una pasta esterna fatta con farina e acqua, con aggiunta di uova, burro, strutto, farina di farro e soprattutto patate. Il ripieno poi, segue la stessa variabilità, sia che si parli di dolce che di salato: patate, ricotta, carne, erbette, salumi, biscotti, frutta. Il condimento poi viene da sè: burro nocciola, cannella, zucchero, crema cotta, verdure e chi più ne ha più ne metta. Quella che oggi vado a presentare per "L'Italia nel piatto" è una versione più difficile da trovare, perchè segue un gusto non così usuale per noi italiani. Si tratta di una variante dolce, con un impasto di patate per l'esterno, e un ripieno dolce all'interno. A voi la ricetta per 4 persone. Ingredienti:
Questa ricetta partecipa al contest indetto da "L'Italia nel piatto" Photo by Jasmine Lonetti
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Marco
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