"Sei troppo giovane per apprezzare veramente questa regione" mi disse un giorno un tale. Forse non aveva tutti i torti. Ci vuole una vita per affezionarsi ad un luogo e altrettanto per dimenticarlo.
Penso di essere comunque un buon viaggiatore e avendo girato per Spagna, Inghilterra, Austria, Svizzera, Francia, Lettonia, Austria e via discorrendo sono sempre tornato con gioia nella mia regione. Da gastronomo, ho apprezzato anche tutta la cultura che si respira in questi meravigliosi paesi e non mi sono mai fatto sfuggire le curiosità che abbondano nei piatti di queste regioni. Eppure il mio pensiero è costantemente legato al Friuli, alla sua storia e alla sua meravigliosa gastronomia. Quando ho deciso di partecipare a questo contest, le difficoltà non hanno tardato a mostrarsi. Ho pensato alle mie nonne, che sfortunatamente non cucinano più, ma che sono sempre state ottime cuoce, l'una imbattibile nelle ricette pugliesi e l'altra ineguagliabile in gnocchi, cotechini e rape, polenta e arrosti di varia natura. Nessuna delle due pero' è riuscita a darmi una mano nella ricerca di un prodotto adatto a questo contest, fino a quando una delle due non di è ricordata di un pane particolare che faceva addirittura sua mamma e che solo lei e i suoi figli hanno avuto la fortuna di assaggiare. Isidora, classe 1897, veniva dalla Carnia, ovvero la zona montana del Friuli Venezia Giulia più vicina all'Austria. La sua famiglia era molto povera, non vorrei dire "come di consueto", ma trovare una famiglia benestante in quelle zone era assai difficile, soprattutto nei primi anni del secolo scorso. Era già complicato portare in tavola qualcosa di commestibile per sfamare la famiglia, figurarsi pensare di realizzare dei dolci o pani particolari. La nonna racconta che quando si aveva a disposizione qualche ingrediente in più, si cercava di inserirlo nella polenta oppure nel pane per arricchirlo e far contento il tavolo famigliare. Da questa usanza nasce questa ricetta del pane giallo di zucca che non è altro che un pane arricchito con uova, burro, zucca e latte, quindi di tutti quei prodotti poveri che ogni tanto potevano avanzare in casa. Questo pane particolare non era cosi consueto, ma quando veniva presentato in tavola, era subito festa. Naturalmente la farina ha la sua importanza. La montagna metteva a disposizione una farina "sporca" come la chiama la nonna: "No jere che farine scure ch'al doprin i crucs, ma vève tanch frucons" (Non era quella farina nera che usano gli austriaci, ma aveva tanti pezzettini). Da questa singolare descrizione, ho deciso di utilizzare la Farina integrale di grano tenero Frumenta per la ricetta. Andiamo subito a vedere come si prepara questa leccornia tutta friulana. Ingredienti per una pagnotta da 1kg ca.
1 Commento
grazia
20/9/2015 13:21:58
Questa ricetta ha una storia molto ricca, grazie per aver condiviso piccole storie di famiglia.
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Marco FurmentiClasse 1992, cuoco e dottore in Scienze Gastronomiche Archives
Marzo 2017
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